CONCETTO MATERIALE E CONCETTO SPIRITUALE DELLA VITA

«Due amori edificarono le due città: l’amore di sé, l’egoismo che acceca gli uomini fino al disprezzo di Dio, costruì la città terrena; l’amore di Dio e dell’ideale, spinto fino al sacrificio di sé, innalzò la città celeste».

S. Agostino

Ogni essere umano possiede un Io o Sé superiore ed un Io o Sé inferiore. Un Io dello spirito che si è sviluppato in un lungo passato, ed un Io del corpo che è, come questo, di recente formazione.

L’Io superiore è composto di iniziative che riceve dal Potere Supremo, e che l’Io inferiore o corporeo considera come cose fantastiche. Il Sé superiore ammette poteri e conseguimenti assai maggiori di quelli che l’uomo possegga e di cui goda oggi; quello inferiore non ammette queste possibilità e crede che si debba vivere sempre come si è vissuto finora. L’Io superiore aspira ad affrancarsi dalle limitazioni, incapacità e dolori del corpo fisico; quello inferiore dice invece che noi siamo nati per soffrire e che dovremo continuare a dibatterci nelle tristi condizioni in cui hanno vissuto tutti quelli che ci hanno preceduto. L’Io superiore vuole foggiarsi una regola di vita tutta sua, sia nel bene come nel male; l’Io inferiore invece dice che dobbiamo accettare le regole già fatte da altri, secondo le opinioni, le credenze ed i pregiudizi accettati dalle masse e stabiliti dalla consuetudine.

«Sii fedele a te stesso» è un adagio molte volte ripetuto. Ma a quale Io dobbiamo noi mantenerci fedeli? A quello superiore od a quello inferiore?

Noi abbiamo quindi (in un certo senso) due mentalità: la mente del Corpo e la mente dello Spirito.

Lo Spirito è una forza ed un mistero. Tutto quello che di esso sappiamo o potremo mai sapere, si è che esso esiste e che incessantemente lavora e produce i risultati che si vedono nelle cose fisiche per mezzo dei sensi fisici, e molti altri risultati che da tali sensi non possono essere percepiti.

Ciò che noi vediamo di un oggetto, di un albero, di un animale o dell’uomo, non è che una parte di esso. Esiste peraltro una forza che, per un certo tempo, tiene aggregati gli elementi che compongono queste forme, e questa forza agisce continuamente su di essi in un grado maggiore o minore. Essa costruisce il fiore fino alla sua completa fioritura; il cessare della sua azione produce ciò che noi chiamiamo decomposizione. Questa forza trasforma incessantemente la composizione di ciò che noi chiamiamo materia organica: un animale, una pianta, un corpo umano, domani non saranno più identici a quello che sono oggi. Questa forza in azione perpetua e sempre variabile, che si cela in tutte le forme e che in un certo senso, le crea, noi la chiamiamo Spirito.

Vedere, conoscere e giudicare della vita e delle cose alla luce della conoscenza di questa forza, vuol dire far uso di ciò che viene chiamato Mente spirituale.

Allorquando noi riconosciamo l’esistenza di questa forza meravigliosa, acquistiamo la possibilità di usarla e di dirigerla a vantaggio della nostra salute, della nostra felicità e della pace interiore. Composti come siamo di questa forza, potremo attirarla sempre più a noi e renderla parte integrale del nostro essere. Nel principio della nostra vita noi lasciamo agire questa forza ciecamente: viviamo allora nell’ignoranza della nostra mente materiale. Ma via via che la mente, con l’accrescersi di questo potere, si sveglia e si sviluppa sempre più, essa si domanda: perché tanto dolore e tanta sofferenza nella vita fisica? Perché mai sembriamo nati solo per soffrire e per deperire?

Questa domanda è il primo grido della mente spirituale che si risveglia, e simile ad ogni altra domanda di conoscenza profondamente sentita, dovrà avere a suo tempo adeguata risposta.

La mente materiale è una parte di noi stessi che è stata appropriata dal corpo e da questo educata. Vivere in essa è come insegnare ad un fanciullo che sono le eliche che fanno muovere un piroscafo, senza parlargli dell’esistenza del vapore che è il vero generatore della forza motrice.

Allo stesso modo che il fanciullo cresciuto nell’errore andrebbe a cercare nelle eliche, se il piroscafo si fermasse, la causa del suo arresto, così la maggior parte di noi oggi non pensa che a riparare il corpo fisico quando la nostra salute è scossa, senza immaginare menomamente che il guasto possa trovarsi nella forza motrice: la mente.

La mente corporea o materiale vede, pensa e giudica solo dal punto di vista fisico e materiale: essa compendia nel nostro corpo tutto ciò che esiste di noi. La Mente spirituale invece, considera il corpo quale strumento di cui la Mente, o Io reale, si serve nei suoi rapporti con le cose esteriori.

La Mente materiale vede nella morte del corpo, la fine di quanto compone la nostra personalità; mentre la Mente spirituale nella morte vede soltanto la liberazione dello spirito da uno strumento consunto: essa sa che noi esistiamo come prima, invisibili soltanto agli occhi fisici.

La mente materiale considera la nostra forza fisica come prodotta esclusivamente dai nostri muscoli e dai nostri nervi, e non da una sorgente al di fuori del nostro corpo.

Questa mente vede nella parola e nello scritto i soli mezzi a nostra disposizione per comunicare col nostro prossimo ed influire su di esso. La mente spirituale invece sa che i nostri pensieri possono agire favorevolmente o sfavorevolmente sulle altre persone, anche se queste si trovano a mille miglia lontane da noi. La mente materiale non considera il pensiero quale un elemento reale simile all’aria e all’acqua; la mente spirituale invece sa che i suoi mille reconditi pensieri giornalieri sono cose reali e che tutti influiscono sulla mente delle persone a cui sono diretti. La mente spirituale sa che la materia non è che un’espressione dell’energia dello Spirito e che tale materia è in continua trasformazione, in armonia con le direttive dello Spirito che crea o si esteriorizza nelle forme che noi chiamiamo materia. Quindi, se terremo costantemente innanzi alla mente pensieri di salute e di forza, tali pensieri si trasformeranno in realtà e troveranno la loro espressione esteriore nel corpo apportandoci una vitalità sempre più intensa e sviluppando sempre più i nostri tessuti ed i nostri sensi fisici.

La Mente corporea considera la materia e tutto ciò che i nostri sensi fisici percepiscono, come la più grande parte di ciò che esiste; la Mente spirituale invece considera la materia come la più grossolana espressione dello Spirito, la parte minore di ciò che in realtà esiste. La Mente materiale si rattrista al pensiero della decomposizione della materia; quella spirituale dà poca importanza alla disgregazione dei corpi, conscia com’è che lo Spirito e l’Energia motrice riposta in tutte le cose, ricostruirà, temporaneamente, altre forme fisiche di vita e di bellezza.

La mente corporea ritiene che i sensi fisici della vista e dell’udito, del tatto, ecc. costituiscano tutti i sensi da noi posseduti; la Mente superiore o spirituale sa che noi possediamo altri sensi affini a quelli fisici, ma che agiscono assai oltre i limiti della materia. La mente corporea è stata variamente chiamata mente materiale, mente mortale o mente carnale: queste denominazioni si riferiscono ad una stessa mente, in altre parole, a quella parte del nostro Io che dal corpo è stata educata nell’errore.

Se voi foste nato e cresciuto fra gente che avesse ritenuto essere la terra piatta anziché sferica e che si muove intorno al sole, nei vostri primi anni avreste creduto come loro. Proprio allo stesso modo durante i primi anni avete assorbito i pensieri e le credenze di coloro che vivono attorno a voi e che ritengono essere il corpo l’unica cosa esistente e giudicano perciò ogni cosa dall’interpretazione fisica che percepiscono. Questo insieme di fatti costituisce la vostra mente materiale.

Essa, vedendo ogni cosa soggetta a morte o a disgregazione, crede che morte e decomposizione siano il fine ultimo dell’umanità, ignorando che il nostro Io reale, in questa morte e decomposizione non vede altro che una liberazione da un involucro consunto. Questa percezione errata della mente materiale è la causa per cui una grande parte dell’umanità non sa sfuggire ad un senso di tristezza e di scoramento che ora la pervade, e il primo risultato di questa assenza di speranza è una ribellione che ci fa desiderare di raggiungere ad ogni costo, in questa vita, la maggior somma di godimenti, dimenticando ogni senso di giustizia e di equanimità.

E questo è il grande errore poiché ogni piacere così costituito, non solo non può essere duraturo, ma porta con sé miseria e delusione centuplicate.

La Mente spirituale insegna che la gioia è il grande fine della esistenza umana, ed indica vie e mezzi per ottenere una felicità durevole diversa da quelle suggerite dalla mente materiale. La Mente spirituale, aperta a nuove e più alte forme di vita, insegna esservi una legge che governa l’esercizio dei sensi fisici. Quando apprendiamo a conoscere e a sentire questa legge i nostri godimenti non diventano più sorgenti di un dolore maggiore della felicità, come avviene ora per molti.

Per Mente spirituale noi intendiamo, dunque, una più chiara visione mentale delle cose e delle forze che esistono in noi e nell’Universo, forze delle quali l’umanità ha ignorato completamente l’esistenza. Noi abbiamo ora una debole conoscenza di esse, e solo pochi individui sono più risvegliati degli altri: ma questo è bastato per convincere alcuni che la vera causa del dolore umano non è stata riconosciuta nel passato.

In altre parole la nostra razza si trova ancora come in uno stato di infanzia, simile a quei bambini che credono sia il mugnaio colui che fa girare dal di dentro le ali del mulino, ignorando completamente la forza motrice del vento che agisce in tal caso.

Questa immagine non dà un quadro esagerato dell’ignoranza in cui vive la massa, la quale respinge l’idea che il pensiero sia un elemento che ci circonda con la stessa abbondanza dell’aria, e che diretto ciecamente da individui nel dominio della mente materiale, fa muovere le ali del mulino ora in una direzione, ora in un’altra, talora con buoni risultati, molto spesso con risultati cattivi.

Una muta di abiti non è il corpo che essa riveste: eppure la mente materiale ragiona a questo modo. Essa non sa di cose che possono rivestire lo spirito, poiché non sa neppure che corpo e spirito sono due cose distinte. Essa dice che il vestito (il corpo) è tutto ciò che esiste dell’uomo. Così quando l’uomo cade malato, tutti gli sforzi per ridonargli la salute tendono a riparare l’involucro, non a ravvivare il potere che ha costruito il corpo.

Non esistono probabilmente due individui nei quali l’azione delle rispettive menti, materiale e spirituale, sia identica. In taluni la Mente spirituale non è affatto risvegliata; in altri ha cominciato appena a dare i primi segni, come a persone appena deste dal sonno, che vedono le cose vagamente ed indistintamente; altri ancora sono molto più risvegliati, e questi sentono in maggiore o minor grado di possedere entro di loro delle forze fino allora insospettate. In questi individui la lotta fra mente spirituale e mente materiale è sovente molto dura; e tale conflitto è accompagnato da disturbi, da dolori e disagio, per un certo tempo almeno.

La mente materiale, finché non sia stata vinta e fatta persuasa della verità, è in perenne antagonismo con quella spirituale. La parte ignorante di noi non vuol disfarsi delle vecchie abitudini di pensiero, e ci costa un vero sforzo, almeno da principio, l’ammettere di essere vissuti per tanto tempo nell’errore e di dover rinunciare a certi punti di vista così apprezzati. La mente materiale vuol continuare a battere l’antico sentiero come ha sempre fatto e come i più continuano a fare, e ciò perché man mano che passano gli anni le incrostazioni delle abitudini si fanno più spesse ed ogni cambiamento di vita diviene sempre più faticoso. La mente materiale vuol continuare a vivere nella vecchia casa ove ha sempre vissuto, vestire all’antica foggia, andare e tornare dal lavoro alla solita ora, ecc. Ad una certa età poi, la mente inferiore si ribella all’idea di dover apprendere cose nuove, come la pittura e la musica, il cui maggior merito sarebbe di distrarre, di riposare la mente e renderci possibile di abitare in un’altra parte del nostro essere, vivificando lo spirito e rendendo così più abile il corpo nel lavoro che noi perseguiamo.

La mente materiale considera quale utilità principale di ogni arte il mezzo di far denaro, non già quello di dare varietà alla vita, fugare la stanchezza, riposare la parte della mente destinata agli affari, migliorando la salute della mente e del corpo. Inoltre, essa si trincera dietro l’opinione che si è troppo vecchi per apprendere cose nuove, opinione di tutti coloro che hanno oltrepassata la «fiorente maturità» e che desiderano adagiarsi nella metodica monotonia di una vita di riposo. Essi accettano come inevitabile l’idea di divenire vecchi: la mente materiale suggerisce loro che il corpo deve gradatamente indebolirsi, allontanarsi dalla pienezza della vita della gioventù, avariarsi e finalmente morire.

La mente materiale dice che così è sempre stato e che perciò dovrà essere sempre così; essa accetta questa idea senza opporvisi ed inconsciamente dice: «deve essere così».

Col dire che una cosa «deve essere» noi creiamo la forza che immancabilmente la produrrà. A questo modo la mente materiale vede il corpo deperire costantemente, pur trovando questa idea spiacevole e cercando di nascondersela il più possibile. Ma l’idea, rinforzata dalla morte di coetanei, ritorna sovente alla mente, e lo stato d’animo indicato dalle parole «deve essere così», porta inevitabilmente, come risultato, la decadenza.

La Mente spirituale molto più illuminata, dice: se volete scacciare le malattie rivolgete, il più sovente che vi sia possibile, il pensiero alla salute, al vigore, a spettacoli di forza come nubi in moto, cascate d’acqua, onde del mare, foreste d’alberi, uccelli vivaci in moto ecc.: così facendo attirerete a voi una corrente di questo pensiero sano e forte, rinnovatore, che viene chiamato dalla contemplazione di questi vigorosi soggetti materiali.

Ma soprattutto cercate di affidarvi al Potere Supremo che ha formato tutte queste cose e tante altre ancora, poiché Esso è la parte infinita ed inesauribile del vostro Sé superiore o mente spirituale, e più la vostra fede in questo potere sia accrescerà, più ancora si accrescerà la vostra stessa forza.

«Sciocchezze!» dice la mente materiale. «Se il mio corpo è malato io debbo curarlo con mezzi fisici e tangibili; in quanto al mio pensiero che io pensi bene o male, ciò non può avere influenza alcuna sul mio corpo».

Avviene spesso che una mente appena risvegliata a queste verità si lasci deludere e sopraffare dalla propria mente materiale o da quella di altre persone; ma quando il risveglio iniziale, che potrà tutt’ al più essere ritardato nel suo sviluppo, sarà avvenuto, non potrà essere più arrestato.

La Mente spirituale dice invece: «il nostro Io superiore può alle volte, non trovarsi là dove è il nostro corpo». Esso si trova allora là dove è la mente: all’ufficio, al negozio, o presso qualche persona a cui siamo intimamente legati; il Sé superiore può trovarsi in ognuno di questi luoghi anche se essi sono lontani dal luogo dove il nostro corpo si trova.

«Sciocchezze!» dice la mente materiale. «io sono sempre là dove è il mio corpo e non altrove».

Molte idee che la nostra mente inferiore respinge e considera come fantastiche, sono invece suggerimenti del nostro Io superiore.

Ogni nostra idea contiene sempre una parte di verità, e non sempre possiamo portare questa parte di verità ad una immediata relativa perfezione. Qualche mente evoluta può ben aver concepito l’idea di usare il vapore come forza motrice, ma tale idea non avrebbe potuto essere messa in uso allora come lo è adesso a causa dello stato poco sviluppato, dell’uso e della manifattura del ferro, nella costruzione delle strade, e dei minori bisogni della società umana.

Eppure l’idea corrispondeva alla verità, la quale continuata ed elaborata poi da altre menti, ha portato il vapore, come forza motrice, al suo presente stato di relativa perfezione, lottando e vincendo argomenti ed ostacoli opposti da menti grossolane ed ottuse.

Quando accarezziamo qualche idea e ci diciamo: «questo può essere, anche se non vedo per ora il modo di realizzarlo», rimuoviamo la barriera che si pone fra noi e l’adempimento, la realizzazione delle nuove e strane possibilità che dormono dentro di noi.

La mente spirituale vede oggi entro se stessa il potere di conseguire, nel mondo fisico, risultati assai più alti di quanto le masse possano raffigurarselo. Essa sa che, per quanto riguarda la possibilità della vita, noi siamo ancora in una completa ignoranza; ma riesce però fin d’ora a percepire e comprendere alcune cose, come la salute perfetta, l’affrancamento dalla caducità del corpo, e i metodi per ottenere, mediante l’azione della mente, tutte quelle cose necessarie alla vita contingente.

Ma la condizione necessaria indispensabile che si richiede è il predominio assoluto della Mente spirituale sulla mente materiale. Questo dominio tuttavia non implica controllo tirannico della mente materiale: implica solo che sia spazzata via ogni resistenza ed opposizione ai suggerimenti di natura spirituale; implica che il corpo diventi il servo volenteroso o piuttosto l’assistente dello spirito; e che la mente materiale non si creda superiore a quella spirituale; implica uno stadio in cui il corpo offra lietamente la sua cooperazione ai desideri dello spirito.

Così ogni potere sarà a servizio dello Spirito, nessuna dispersione di forza sarà necessaria per vincere le ostilità della mente materiale, e tutta la nostra energia potrà essere adoperata per lo sviluppo e per la elevazione verso i regni del potere, della pace e della felicità: verso conseguimenti invero miracolosi.

E non si deve ottenere questa vittoria sulla mente inferiore e sul corpo con mezzi violenti, con severi dinieghi, con punizioni ed espiazioni per falli commessi, o con altre dure pratiche ascetiche: questo è un sistema che rende spesso l’uomo duro, severo, intollerante, anche verso gli altri.

E’ da questa idea pervertita della verità che è nata la comune espressione di «mortificare la carne» o «soggiogare gli istinti animali», ecc.; è da questo pervertimento che hanno avuto origine ordini ed associazioni di uomini e donne che cercano la santità principalmente attraverso le privazioni e la penitenza.

Quando ci sentiamo irritati con noi stessi, sia per l’invadenza della mente inferiore, sia perché ricadiamo frequentemente nei nostri “peccati” e falli abituali, sia perché sopraffatti da periodi di irascibilità o di collera, non riusciremo a farci alcun bene apostrofandoci con parole dure o avvilendoci con pensieri di disprezzo. Chiamandoci «vili peccatori» noi non faremo che asserire l’idea del «vile peccatore» rendendola temporaneamente reale. Se la nostra visione mentale ci rappresenta a noi stessi come esseri depravati e corrotti, inconsciamente faremo di questa immagine una specie di ideale e ci svilupperemo in tal senso, fino a che il dolore e le pene derivanti da simile insano sviluppo non ci facciano ravvedere dal nostro errore o distruggano il nostro corpo.

Da questo erroneo stato d’animo, tanto propugnato nel passato, sono nati il bigottismo, l’intolleranza, la mancanza di carità verso il prossimo e una visione pessimistica della vita, visione mentale questa che immancabilmente crea anche le infermità fisiche.

Ma quando la mente materiale è messa da parte o, in altre parole, quando ci convinceremo dell’esistenza di queste forze spirituali in noi e fuori di noi, quando apprenderemo ad usarle rettamente (poiché le usiamo e le abbiamo sempre usate in qualche modo) allora, secondo le parole di S. Paolo: «la morte viene assorbita nella vittoria» e il pungolo e il timore della morte sono rimossi. La vita si cangia in un glorioso divenire, dal bene di oggi al maggior bene di domani, e la parola «vivere» significa allora soltanto «gioire».

P. Mulford

(Il Potere Supremo)

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