PRECETTI

Nella vita fisica usate di tutto e astenetevi da tutto a volontà. Niente eccessi. Sopportate le noie quotidiane; non siate mai ingiusti. Sempre sinceri con voi stessi. Se siete ammalati digiunate. Fate altrettanto per le passioni e i desideri.

La via per non correre pericolo alcuno o per conquistare con certezza la verità riposta può essere riepilogata in pochi precetti:

– Credere nel Dio unico, armonia dell’universo visibile e invisibile, Dio che è legge immutabile, che è verità e luce, che è giustizia e bene, che è perfezione e misericordia.

– Studiare di elevare a simbolo di giustizia divina il proprio essere; desiderare la propria perfezione al di sopra di tutti i dolori, di tutte le pene, di tutti i godimenti e le voluttà.

– Cancellare dal proprio animo ogni traccia di odio per il proprio nemico con quell’ardore intenso con il quale la madre ama il figlio, al di sopra di tutte le colpe e di tutte le sue imperfezioni.

– Essere umile innanzi all’immenso ideale di bene che deve abbracciare in un amplesso solo tutta la famiglia umana e non insuperbirsi della propria perfezione e grazia.

– Lavorare per il bene, dispregiare il male sotto ogni forma, dominare i propri istinti bestiali e le catene che ci vincolano ai vizi, innanzi a cui la società volgare si inchina; amare gli umili e gli imperfetti e circondarli della propria luce, affinché trionfino imitandoci.

– TACERE PER INTENDERE E, DOPO AVER COMPRESO, TACERE.

– NON TRADIRE MAI IL PROPRIO FRATELLO, NON INGANNARLO, NON TRASPORTARLO PER INVIDIA SULLA VIA DELL’ERRORE.

– NON AVER MAI PAURA QUANDO SI HA COSCIENZA DI FAR COSA BUONA E GIUSTA.

– Non desiderare quello che per giustizia non puoi avere.

– Non concupire le voluttà alle quali devi essere superiore.

– Essendo l’uomo concepito come analogo al cosmo, la magia ha per base dei suoi precetti le leggi analogiche delle cose e degli atti che si compiono. Per esempio, la lavanda è simbolo analogico alla apparente virtù dell’acqua che monda la pietra che bagna; quello del digiuno è analogo alla liberazione dalle ostruzioni; quello della castità allo stato libero e non di passione concupiscente, cioè di patimento. Lavati per rendere con l’atto che compie la tua mano non solo monde le carni e i sensi esteriori, ma soprattutto l’essere nascosto che durante il giorno ha ricevuto impressioni impure. Sii per abitudine temperante e compi il digiuno del novilunio mangiando una sola volta – perché tu sappia che nel primo giorno della sua apparizione la luna è verginale, innocente e pura analogicamente al corpo lunare o astrale dell’uomo, che all’atto di nascere è senza le stimmate della nuova vita umana. Sii casto, cioè non concepire lo stato di turbamento della passione – né obbedirvi, né provocarlo, né saziartene.

– L’intera applicazione di tutti i precetti non è che di coloro che sono arrivati molto in alto nella magia naturale e nella magia divina e che a far tutte queste cose non soffrono affatto, anzi soffrirebbero se facessero l’opposto.

Giuliano Kremmerz

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