LA MATERIA

Per il comune senso di intendere, la materia è qualcosa di solido che occupa uno spazio e che nel tempo, più o meno lentamente, si trasforma.

Pur sapendo che la materia è fatta più di vuoto che di pieno (le distanze tra i componenti dell’atomo sono enormi), la sensazione comune è che essa sia qualcosa di esterno a noi e di solido ed impenetrabile.

Ora sappiamo che l’atomo è divisibile in particelle sempre più piccole, ma anche queste le consideriamo come piccole “palline” solide, sempre più piccole, se vogliamo, ma sempre solide.

La nostra comune sensazione è che sulla materia si possa agire solo con altra materia.

Sappiamo anche che la materia può essere penetrata e modificata da vibrazioni, a particolari frequenze, ma non riusciamo a pensarla essa stessa come una vibrazione.

Sappiamo anche che le particelle elementari che compongono la materia si comportano, a seconda di come proponiamo l’esperimento, come particelle solide o come onde.

Ma allora di cosa è fatta la materia?

Scrive Brian Greene – “La Trama del Cosmo” – Ed. Einaudi – p. 7 – 8:

“Il punto centrale è che le scoperte della fisica ci hanno costretti, e ci costringono in continuazione, a rivedere drasticamente la nostra concezione della realtà.

… Approfondendo la conoscenza della vera natura della realtà fisica, finiamo per rivedere radicalmente la concezione che abbiamo di noi stessi e della nostra esperienza nell’universo”.

Una nuovissima concezione della materia, che unifica la meccanica quantistica e la teoria della relatività, è la teoria delle stringhe.

Cerchiamo di capire di cosa si tratta e di come tale concezione possa mutare il nostro approccio alla realtà e di come tale teoria sia in piena concordanza da quanto sostenuto dalla Tradizione.

Scrive Brian Greene – “La Trama del Cosmo” – Ed. Einaudi – p. 21 e segg.:

” Secondo il modello standard che ha dominato per molto tempo la materia è composta da particelle, elettroni e quark, viste alla stregua di corpuscoli puntiformi indivisibili, privi di dimensione e di struttura interna. Il modello standard sostiene, e gli esperimenti lo confermano, che queste particelle si combinano in vari modi a formare protoni, neutroni e l’ampia gamma di atomi e molecole che costituiscono tutto ciò che vediamo. La teoria delle stringhe afferma tutt’altro: non nega il ruolo essenziale di elettroni, quark e tutto il resto, ma ritiene che queste particelle non siano puntiformi, bensì formate da un sottile filamento di energia, centinaia di miliardi più piccolo di un nucleo atomico (molto più piccolo di quanto possiamo attualmente misurare), simile a una cordicella.” – La stringa è come fosse una piccola “unità di vibrazione”.

Quindi la materia è formata e costituita da vibrazioni.

Continuiamo con Brian Greene – “La Trama del Cosmo” – Ed. Einaudi – p. 21 e segg.:

“Così come una corda di violino può vibrare in modi diversi, ognuno dei quali produce una nota musicale differente, anche i filamenti della teoria delle stringhe possono vibrare in più modi. Le loro vibrazioni non producono però note diverse ma proprietà diverse delle particelle. Una minuscola stringa che vibri secondo un determinato modello ha la massa e la carica elettrica di un elettrone e, in base alla suddetta teoria, sarebbe dunque ciò che tradizionalmente chiamiamo elettrone. Una minuscola stringa che vibri in modo diverso possiede proprietà tali da essere identificata come quark, neutrino o come qualsiasi altra particella. Nella teoria delle stringhe tutti i tipi di particelle sono unificati, dato che ognuno ha origine da una configurazione vibrazionale diversa prodotta però dallo stesso tipo di stringa”.

Quindi la diversità della materia è generata solo da una diversità di frequenza di vibrazione della stessa unità fondamentale di vibrazione: la stringa.

Ma non finisce qui.

Per poter far valere tale teoria fisica, che mette insieme per la prima volta teoria della relatività e meccanica quantistica avvicinandosi a quella teoria unitaria auspicata da Einstein, gli scienziati hanno dovuto introdurre un’altra rivoluzione.

Vediamo di comprenderla, sempre citando Brian Greene – “La Trama del Cosmo” – Ed. Einaudi – p. 23:

” … La combinazione di relatività generale e meccanica quantistica proposta dalla teoria delle stringhe ha senso dal punto di vista matematico solo se rivoluzioniamo ulteriormente il concetto di spaziotempo. Invece delle tre dimensioni spaziali e di quella temporale dell’esperienza comune, tale teoria prevede nove dimensioni spaziali e una temporale; in una sua versione ancor più estrema, conosciuta come M-teoria, l’unificazione richiede addirittura dieci dimensioni spaziali e una temporale, ovvero un cosmo composto in totale da undici dimensioni spaziotemporali. Dato che non vediamo queste dimensioni extra, la teoria delle stringhe ci dice, in sostanza, che finora abbiamo osservato solo una piccola fetta della realtà“.


Le dieci dimensioni ricordano molto i dieci Sephiroth della Kabala, attraverso i quali scaturisce la materia sensibile e visibile.

Una cosa estremamente importante, che scaturisce da tale teoria, è che la frequenza di vibrazione delle stringhe, che quindi determina il tipo di materia prodotta, è condizionata da queste dimensioni extra nascoste.

Circa il rapporto tra la modalità di vibrazione delle stringhe, quindi circa le proprietà della materia, riportiamo da Brian Greene – ” L’Universo Elegante” – Ed. Einaudi – p. 180:

“Secondo la teoria delle stringhe l’universo è costituito da stringhe microscopiche, i cui modi di vibrazione (nota di FDA: attenzione esse stesse sono unità vibrazionali non materiali) sono all’origine delle masse e della cariche delle particelle elementari. La teoria delle stringhe necessita dell’esistenza di dimensioni spaziali extra che sono ‘arrotolate’ in modo tale da risultare invisibili alle nostre osservazioni. Ma le stringhe sono abbastanza piccole da accorgersene: nelle loro oscillazioni, esse sono influenzate in modo notevole dalla forma geometrica delle dimensioni extra. Poiché i modi di vibrazione delle stringhe ci appaiono come le masse e le cariche delle particelle elementari, concludiamo che questi parametri fondamentali del nostro universo sono determinati, in larga parte, dalla forma e dall’estensione delle dimensioni compattificate”.

Sempre Brian Greene – “La Trama del Cosmo” – Ed. Einaudi – p. 23:

” … Le dimensioni extra potrebbero essere tanto piccole da risultare invisibili anche alle migliori apparecchiature disponibili o, viceversa, essere grandi ma non rilevabili con gli strumenti che usiamo per esplorare l’universo…. D’altro canto, se le dimensioni extra fossero grandi, potrebbero addirittura esistere altri mondi a noi vicini (situati appunto nelle dimensioni invisibili) di cui ignoriamo completamente l’esistenza”.

Circa la radicale modifica della visione dello spazio e del tempo introdotta dalla teoria delle stringhe, citiamo ancora Brian Greene – “La Trama del Cosmo” – Ed. Einaudi – p. 571:

“(Le stringhe) non sono entità nello spazio e nel tempo, sono lo spazio e il tempo, che senza di loro, senza la loro ordinata tessitura, non esistono. I concetti di spazio e di tempo non hanno significato fino a quando un numero immenso di stringhe non si riunisce a formarli. Per dare un senso a questa proposta, dunque, dovremmo partire da una teoria che non vede le stringhe come entità che vibrano all’interno di uno spazio preesistente; una teoria a priori senza spazio e senza tempo in cui questi concetti emergono solo dal comportamento collettivo delle stringhe”.


In altre parti si parla di un modello olografico per l’universo. Ebbene, una caratteristica positiva dell’olografia è che rientra nella teoria delle stringhe, per lo meno in alcuni casi matematicamente trattabili, e viceversa.

Fin qui la scienza moderna.

Confrontiamo ora questa visione, che sorge da questa teoria fisica, con quanto si ritrova nella Tradizione.

Il Kremmerz parla della materia e della sua continua vibrazione, che è in fondo la sua stessa natura, in questi termini.

Da “La Scienza dei Magi” – II Vol. – Ed. Mediterranee – pp. 120 – 121:

“La materia, atomi e molecole; non vive in pace con se stessa perché la pace nella materia sarebbe la morte della natura (nota di FDA: se la vibrazione/moto cessasse verrebbe meno non solo la costituente intima della materia ma anche la stessa trama spazio temporale), mentre il Dio Pane non è morto. Lotta nella massa movimentata della materia cosmica è, infatti, non vivere in pace, il che è Amore (nota di FDA: ricordiamo l’Amore che move il sole e l’altre stelle). Tutte le forme di fusioni, di combinazioni, di associazioni, di penetrazioni fisiche e chimiche, molecolari e atomiche, non sono condizioni di pace ma non sono lotta. Amore è passione, che vuol dire patimento”.

Da “La Scienza dei Magi” – III Vol. – Ed. Mediterranee – p. 538:

” Sulla materia agiscono la materia e l’intelligenza”.

Quindi sulla materia non agisce solo la materia; anche l’intelligenza, infatti, che può essere corretto collocare in una di quelle dimensioni nascoste definite dalla teoria delle stringhe, può condizionare, con la sua esplicazione, la modalità vibrazionale delle stringhe e quindi l’ottenimento di un tipo di materia piuttosto che un altro (similmente al concetto alchimico) o la trasformazione e/o evoluzione della materia stessa.

Il Verbum è una vibrazione, è una Parola, quindi vibrazione, che viene pronunciata ad un livello dimensionale non fisicamente percepibile e che fa essere le stringhe e le fa divenire sostanza.

Scrive Kremmerz in “La Scienza dei Magi” – III Vol. – Ed. Mediterranee – p. 267:

“Al di là di tutte le proprietà e virtù relative alle specie diverse dei corpi che la natura ci appresta, vi è una parola che diventa sostanza: è la parola dello spirito o intelligenza umana libera che muta tutte le virtù delle cose nell’unica virtù di produrre il fenomeno voluto. E’ la legge della parola del Cristo, il verbum caro factum est, cioè la parola che si è trasmutata in fatto, cioè la virtù trasmutatoria che lo spirito divino risiedente nell’uomo (nota di FDA: nelle sue dimensioni extra non percepibili) nella sua perfezione appiccica a tutte le cose”.


Ancora il Kremmerz in “La Scienza dei Magi” – III Vol. – Ed. Mediterranee – p. 537:

“Verbum. E’ la parola detta, pronunziata, articolta nel cielo etereo (nota di FDA: nelle dimensioni extra), cioè nell’Onnipotente sottilissimo (Jeva) padre di tutte le cose. Il saper pronunziare questo verbum nell’etere sublime significa saper generare e determinare tali oscillazioni da produrre qualunque miracolo e quindi qualunque fenomeno magico o sapiente. La sovrana sapienza della volontà e della potenzialità umana sta nel creare nella matrice universale (il Deus dei profani e delle plebi) il movimento capace di avere una reazione sul mondo materiale e visibile. Tutte le cose visibili non sono che manifestazioni del verbo il quale non è definibile senza condannarsi all’accecamento”.

Ecco che si otterrebbe così ciò che Kremmerz auspica ne “I Tarocchi – La Morte” in “La Scienza dei Magi” – II Vol. – Ed. Mediterranee – p.336 e cioè “il raggiungimento divino di un atomo materia pensiero.”

FDA

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