IZAR DOMANDO’ AL DIO

Che cos’è il male e perché vive? e perché un dio buono non lo ricaccia oltre i confini del mondo?

Il nume, che era corpulento con una gran bella faccia di luna e baciava una grossa serpe dalle squame lucentissime che si arrotolava al suo bastoncello, così parlò sorridendo:

L’uomo della terra è polvere di terra, acqua di fonte, aria di venti, fuoco di rovo. Chi mette le quattro cose insieme e dà forma al suo capo, alle gambe, alle braccia, all’interiore della sua carcassa è il suo piccolo Nume, un nume fra i tantissimi numi, il quale così gli ragiona: Io ti ho fatto così come sei, ti ho dato l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco e dal tutto ne sei sortito con un cervello, chiuso in un capo che è di toro senza corna, e duro di terra di montagna per contenere la tua acqua che è la tua essenza terrestre. Tu penserai e parlerai e agirai secondo la tua forza, ma come che tu non saresti se io non avessi voluto e io ho voluto perché ho bisogno di un servo di terra, tu sarai ciò che io voglio che tu sia. Vivrai con me in pace senza conoscermi, mi obbedirai senza conoscermi, perché io mi allogherò in te – fra il fegato, il rene e la milza – e quando dovrai servirmi ti comanderò. Se mi sarai fedele, io sarò con te e non avrai niente a soffrire. Non temerai l’aria, né la pietra, né l’acqua, né il fuoco…

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