Tradizione ermetica e sua trasmissione

La “Tradizione Ermetica” nel senso particolare attribuitole dal Medioevo e dalla Rinascenza, consisteva in un insegnamento segreto di natura culturale e,
contemporaneamente, pratica, operativa, comunicato -attraverso un linguaggio simbolico, giochi di parole ed allegorie- dai Greci agli Arabi e, da questi, pervenuto all’Occidente.
Non è una corrente “mistica” ma trattasi di una scienza concreta nella quale la
reintegrazione della natura dell’individuo è una realizzazione non soltanto morale ma effettiva e (quasi) fisica, tanto da conferirgli certi poteri sovranormali sempre, però, nell’ambito circoscritto dalle Leggi universali.
Appunto questi risultati hanno consigliato i Saggi di ogni epoca, ad occultare i
procedimenti sia per evitare dannose prevaricazioni da parte degli indegni od impreparati, sia per evitare i sospetti di eresia con le conseguenti condanne e persecuzioni da parte del potere dominante. Tuttavia una tradizione Ermetica si è diffusa non soltanto in Occidente, da almeno quindici secoli, ma anche in Oriente.
La presente trattazione non ha certamente l’ambiziosa quanto assurda pretesa di convincere chi non ha la disposizione psichica necessaria per percepire e recepire – correttamente- cognizioni che possono sembrare contraddittorie o difformi da quelle elargite dalla società o dall’ambiente in cui si vive, ma si propone di presentare dei punti di riferimento e delle direzioni di marcia per la conquista, già durante la vita terrena, della conoscenza di un mondo superiore.
Il punto limite di questo cammino iniziatico viene, appunto, nella tradizione Ermetica, configurato nell’Iniziato o Adepto il cui spirito -attraverso una progressiva maturazione raggiunta per tale via- sia pervenuto non alla condizione di sopravvivenza – che il pensiero religioso scambia per immortalità-ma alla vera e propria immortalità che è una certezza acquisita, non una possibilità aleatoria.
Ora, l’iniziazione propriamente detta -che alcune Istituzioni tradizionali “regolari” conferiscono- consiste essenzialmente nella trasmissione, ad individui particolarmente disposti, di tale influenza spirituale.
A questo intento mirano le cosiddette “catene iniziatiche” tendenti a conquistare, e mantenere perennemente, uno sviluppo trascendentale di tali energie, adeguandole alle mutevoli condizioni sociali del tempo.
Di queste “catene” si parlerà più particolarmente in seguito; per ora preme mettere in evidenza che una trasmissione regolare e qualificata è necessaria e sufficiente affinchè i riti -che richiamano energie, Entità psichiche di ordine superiore, compresi quelli religiosiconseguano la finalità per la quale vengono compiuti.
A questo punto, però, occorre fare una distinzione fra una Organizzazione
tradizionale “exoterica” ed una “esoterica”. Generalmente viene chiamata “exoterica” una associazione di individualità aperta nel senso che raccoglie tutti, indistintamente, i seguaci di un determinato indirizzo psichico mentre quella “esoterica” costituisce una “élite” riservata di quei praticanti dotati di attitudini animiche, raggruppati dalla volontà di studiare ed approfondire la ricerca della causa di manifestazioni che emergono, in determinate situazioni, dal proprio subcosciente.
Affinchè i riti, compiuti da queste Organizzazioni, avviano una certa validità occorre, però, che in essi sia presente spiritualmente -e vi eserciti un continuo ed attivo dominiouna Entità spirituale tradizionale “non umana”.
Successivamente, col concorso delle conoscenze che si sono acquisite, nel campo della Scienza moderna, in una zona più specificatamente spirituale, si potranno avere conferme di queste “presenze” che una certa forma di misticismo attribuisce a personaggi leggendari di epoche remote.
La considerazione che alcuni riti, quelli della “iniziazione” abbiano origine “non umana” – come sopra si è detto- può trovarsi in contraddizione col fatto che essi vengano praticati da “esseri umani” pur avendone avuto regolare investitura da altri esseri umani. Questo può essere giustificato ove si tenga conto che l’individuo, che conferisce l’iniziazione, opera, in quel momento, con i suoi elementi animici e non agisce in quanto individuo, ma in quanto supporto di una carica spirituale, avente origine sovrannaturale, emanata da una “stazione trasmittente” particolarmente predisposta a tale funzione. Dal che si deduce l’importanza della continuità della “catena” iniziatica di cui ogni proselite è un anello, e che ha origini storiche risalenti alle antiche fonti di spiritualità non ancora contaminate dalla degenerescenza di una certa società vittima del cammino discendente del cielo umano.
Qualche illuminato autore di studi esoterici, come il GUENON, parlando appunto del “carattere trascendente di tutto ciò che è tradizionale” rileva che la trasmissione dei princìpi di ordine spirituale, dovendo far capo ad uno stato anteriore, immune dal “peccato originale” non può che avvenire nel “senso verticale”, partendo dai princìpi stessi, ossia dal vertice, per irradiarsi alla base, costituita dalla condizione umana, dalla quale la pratica alchimica dovrà ricondurla alla fonte per chiudere, così, il ciclo evolutivo.
Quindi, solo con questo procedimento, ossia ripristinando e collegandosi allo “stato primordiale” l’uomo può elevarsi, effettivamente, agli stati superiori, realizzando un “ritorno alle origini”. Tale trasmissione “verticale” è, d’altra parte essenzialmente “atemporale” in quanto nell’individuo la percezione di queste sensazioni avviene in un baleno, come si riscontra in tutti i fenomeni dello spirito per i quali, come dice la Scienza, si propagano con velocità anche superiori a quella della luce che sono dell’ordine di 300.000 chilometri al secondo.
Qui entriamo nel regno dello spirito, regno che è stato esplorato e notomizzato nei laboratori fisici solo recentemente dalla Scienza moderna la quale oggi è arrivata a confermare, con le sue conclusioni, la prodigiosa intuizione degli Illuminati e dei Saggi nei secoli scorsi.
Infatti -come si è avuto l’occasione di esporre in precedenti scritti- lo scienziato e filosofo J.E. CHARON nelle sue ricerche sulla struttura delle particelle elementari della Materia, ha potuto accertare che alcune di queste particelle racchiudevano uno spazio ed un tempo dello Spirito, coesistente con lo spazio ed il tempo conosciuti dalla Fisica, nella evoluzione della Materia. “Mentre noi abbiamo creduto e conosciuto, fino ad ora, il sistema di uno spazio-tempo semplice, ecco che si scopre un altro spazio-tempo dello Spirito, combaciante con quello della Materia”.
Una conseguenza, di carattere metafisico, è derivata da questo genere di ricerche fra cui quella che “il nostro corpo è fatto di particelle che, essendo eterne, dàtano, praticamente, dall’inizio del mondo. Perciò il nostro Spirito affonda le sue radici in tutte le vicende e la storia del mondo”.
“Questo Spirito, che noi diciamo “nostro” vive ciò che l’Universo stesso vive;
ciascuno di noi possiede un “Io” coestensivo all’eternità del tempo, nel passato come nel futuro”.
Proseguendo questa illlustrazione sulle recenti scoperte scientifiche, lo stesso
Autore ci rende noto che “fra tutte le particelle di materia esistenti -sia nel nostro corpo che in quello cosmico- soltanto “gli elettroni formano una individualità autonoma, dotata di uno spazio-tempo avente le stesse caratteristiche dello Spirito per cui deveritenersi che siano portatrici dello Spirito stesso”.
Inoltre, tali elettroni componenti il nostro “Io” pensante -già esistente in passato, prima della nascita, anche se sotto una forma e specie diversa- fanno parte del D.N.A.
che, come è noto, è invariabile nella cellula genetica da una generazione all’altra e -fra le altre- ha la proprietà di memorizzare, in un volume di un centimetro cubo, tutta l’esperienza accumulata dagli esseri viventi vissuti sulla terra.
Gli scienziati di Princeton e Pasadena, attraverso calcoli perfettamente scientifici, hanno potuto affermare che “vi sono più elettroni in un centimetro cubo di aria, sulla terra, che stelle nell’Universo e che, essendo eterni, l’uomo, esalando, nell’istante della morte, il suo ultimo respiro, immette nell’atmosfera miliardi di elettroni il cui D.N.A. ha memorizzato tutte le vicende della sua vita.
Se ne deduce che anche Cesare -assassinato, come è noto, nell’anno 44 a.C.-
esalando il suo ultimo respiro, emise uno stuolo di elettroni che -secondo le conclusioni dei suddetti scienziati- stazionano, essendo immortali, nell’atmosfera del nostro pianeta per un’altezza dell’ordine di cento chilometri attorno alla Terra, per cui noi respiriamo, attualmente, alcune decine di questi elettroni, in ogni nostra inspirazione. Ramsete II, faraone egizio che regnò più di tremila anni fa, giace mummificato in una tomba conservata, come quella di altri faraoni e personalità illustri, nelle Piramidi. Ora, secondo i suddetti scienziati, sotto i resti in disfacimento della mummia, ci sono, sicuramente, corpuscoli di materia in grado di rivelare il pensiero della mestà defunta.
Una conferma di quest’affermazione vien data dalle constatazioni fatte da alcuni
piloti di aerei i quali hanno potuto rilevare l’inagibilità e l’inefficienza di alcuni strumenti elettro-magnetici nel sorvolare le Piramidi egiziane, il che dimostra l’esistenza, in quei monumenti, di un campo magnetico le cui onde possono interferire con quelle degli strumenti dei velivoli.
E’ lecito quindi dedurre, dopo queste scoperte scientifiche, che le energie degli
elettroni di illustri personaggi storici, pensatori, illuminati, scienziati insigni, fondatori di religioni, malgrado i secoli trascorsi dalla loro morte, siano ancora presenti nei resti corporei conservati in grandiosi monumenti, ed è altresì probabile che milioni di essi, portatori dello spirito di tali individualità eccelse, siano usciti dai loro corpi, superando ogni ostacolo -come quello delle loro custodie e dei muri dei loculi- ristagnando nell’aria che respiriamo, o che siano emigrati in altri pianeti.
A questo punto sorge il problema di quali possibilità abbiamo, noi mortali, per
comunicare con lo spirito degli elettroni cosmici o di altri individui simili a noi, ed è sempre la Scienza moderna a farci conoscere i poteri psichici dell’elettrone e le caratteristiche di tali poteri. Essa ci fa apprendere che, fra questi poteri, vi è, appunto, la facoltà della comunicazione “a distanza” degli elettroni, il che consente di rendere attuabile il collegamento, in ogni momento ed in qualunque punto della Terra, con i Geni tutelari di ogni Istituzione o Tradizione religiosa ed Iniziatica.
A questo riguardo le nuove scoperte della Scienza ci dicono che gli elettroni dei
partecipanti a cerimonie o ritualità, uniti da un ideale comune, possono (anche se inconsapevolmente) attraverso pratiche rituali ed usando il linguaggio del simbolismo, richiamare gli elettroni delle antiche Individualità spirituali indicendole ad intervenire, in astrale, alla ritualità, promuovendone la vitalità psichica, ispirandone le concezioni dottrinarie ed orientandone gli atti.
Attraverso questo ritualismo viene, quindi, a compiersi una vera e propria operazione di sintesi fra gli elettroni “cosmici” e quelli dei partecipanti formanti una catena che, in proporzione alla potenzialità numerica ed a quella psichica, individuale, acquista maggiore o minore capacità magnetica di attrazione o di proiezione. Il catalizzatore di questa operazione di sintesi è l’indispensabile fuoco di Amore, di quell’Amore che costituisce il legame spirituale della Fratellanza (proclamata nel trinomio Massonico) e che viene bandito nei pulpiti dei Templi Cristiani.
Esaminiamo ora le ragioni per le quali, nell’intraprendere nuove iniziative od indirizzare verso un certo tipo di “umanesimo” nuove Organizzazioni od Istituzioni, i Saggi consigliano di non allontanarsi dalla “tradizione” almeno per quanto ha attinenza all’essenza o struttura spirituale di base.
Tale suggerimento è fondato sul criterio che gli “eoni” (elettroni dotti) della tradizione, provenendo dalle origini, sono dotati di provata esperienza accumulatasi nei secoli e memorizzata dal loro D.N.A., per cui presentano valide attitudini di stabilità dei loro ordinamenti.
Gli stessi “eoni” di non altrettanta sicurezza possono disporre in situazioni diverse delle normali consuetudini in quanto occorre loro un certo lasso di tempo per decidere se un procedimento innovativo sia idoneo all’evoluzione spirituale e quindi per interdirla o meno alla società umana.
Questa ragione sembra confermare la saggezza dell’antico motto dei Gesuiti del
“Festina lente” sempre attuale in tutte le vicende umane.

MELAHEL